Prima la Comunità -

Presentato alla Camera dei deputati “Salute bene comune – per un’autentica casa della salute”.

19 luglio 2019

Continua il percorso di Casa della carità insieme alla Fondazione Santa Clelia Barbieri e condivisa con tante altre realtà italiane, pubbliche e del privato sociale, per la promozione delle cosiddette “Case della Salute”, esperienze raccontate nel libro “La salute cerca casa”, a cura di Silvia Landra, Franco Prandi e Marzia Ravazzini (ed. Derive e Approdi).

Di questo percorso si è parlato nel corso di un convegno alla Camera dei Deputati lo scorso 9 luglio, promosso da diversi parlamentari sotto la presidenza dell’on. Graziano Del Rio.

L’incontro è stato l’occasione per riflettere sulle  esperienze di Case della Salute già presenti in alcune regioni italiane, e far conoscere il manifesto “Salute bene comune – per un’autentica casa della salute”. Obiettivo strategico è quello di promuovere un movimento culturale con una forte valenza politica sul tema della salute, che sia capace di incidere con iniziative legislative concrete per l’effettiva realizzazione delle Case della Salute.

Per coloro che hanno già aderito al Manifesto, occorre superare l’accezione meramente sanitaria del significato di salute, che va invece considerata un bene da perseguire come comunità, in tutte le sue articolazioni di benessere fisico, psichico, affettivo, relazionale, spirituale.

Durante il convegno sono stati rilanciati i sei obiettivi che dovrebbero essere propri di una Casa della Salute:

I prossimi passi del percorso verso un’autentica Casa della Salute saranno tre: continuerà e si intensificherà la spinta cultural-politica; è partita una ricerca, realizzata dal professor Francesco Longo dell’Università Bocconi e il professor Marco Frey della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che coinvolgerà 25 realtà del servizio pubblico e sei del privato sociale, per indagare quanto quel determinato servizio o realtà può configurarsi come Casa della salute; sarà avviata una formazione innovativa per operatori, ancora allo studio, perché anche in chi lavora nei servizi serve un cambio di paradigma.

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