Prima la Comunità -

LOMBARDIA – Progetto Arcturus – Milano

Una sperimentazione partecipata di salute per una visione pubblica verso gli ultimi che vuole essere Comunità


Arcturus è un’avventura in divenire, un progetto che sperimenta un processo compartecipato di salute, proposto dal pubblico per i più fragili, seguiti da un terzo Settore a vocazione comunitaria.

La cornice legale-amministrativa

Il progetto Arcturus tecnicamente si sviluppa come risposta alla deliberazione del direttore generale di ATS Milano n. 231 del 17 marzo 2022, rappresentante” l’avviso pubblico per manifestazione di interesse per il potenziamento del welfare attraverso la realizzazione di interventi e strutture di prossimità rivolte alle situazioni di grave marginalità sociosanitarie – DGRXI/5447 del3/11/2021”.

È, formalmente, la “sperimentazione di una struttura di prossimità per la grave marginalità a Milano, e nasce dal tavolo di coprogettazione che vede come capofila la Fondazione Casa della carità Angelo Abriani insieme ad altri tre enti caritatevoli partner: Fondazione Caritas Ambrosiana, Cooperativa Frasi Prossimo e Associazione San fedele. Al tavolo intervengono altri sei enti del Terzo Settore in qualità di partner integrati: Fondazione Progetto Arca, Opera San Francesco, Medici Volontari Italiani, Consorzio SIR, Croce Rossa italiana Comitato di Milano, Copro Italiano di Soccorso ordine di Malta CISOM, ed il Comune di Milano.

La cornice di contesto

Arcturus introduce un’offerta di servizi integrati, presenti su di un bacino territoriale anomalo, la città di Milano dedicati ad una popolazione specifica: soggetti non aventi diritto ai servizi di cure primarie, soggetti con grave marginalità aventi diritto ai servizi sanitari ma invisibili agli stessi, e soggetti già in carico a MMG/PLS, ma che necessitano una presa in carico più ampia verso il SSN. Tra questi, prioritari sono le persone con problemi di salute mentale, e dipendenze, minori, migranti e persone in condizioni economiche precarie. Una popolazione target che è esposta su più livelli e che porta con sé una domanda di cura complessa. La risposta non può che essere, allora, integrata e personalizzata.

Il progetto delinea quattro ambiti di risposta:

  1. Cure primarie, con una medicina di base multidisciplinare e integrata, ricca di competenze epidemiologiche, sociali, sanitarie, educative, legali, culturali, secondo il modello comprehensive and personalized care.
  2. Pua – punto di ascolto della domanda, di elaborazione delle prime risposte, di indirizzo alle offerte del presente progetto, di orientamento in città.
  3. Attività diurne, una rete di contesti diurni accoglienti, con capacità di integrazione e a forte valenza culturale, in azione per la capacitazione e l’autonomia della persona.
  4. Equipe di prossimità, un nucleo esperto in vicinanza sul territorio e là dove serve recarsi che monitora la grave marginalità e orienta la persona ai servizi pubblici.

La cornice operativa, che in maniera sorprendente, si è attivata su quattro cosiddetti punti saldi del disegno comunitario innovativo (fonte: Collaboriamo, 2023).

(FrameworK del community design © 2023. All rights reserved.).

  1. IDENTITÀ – Richiama la ricerca di un approccio partecipato, dedicato a generare valore a partire dalle relazioni. Gli operatori di Arcturus, compositi per provenienza e per professionalità, hanno svolto un percorso intenso di elaborazione di senso, di linguaggio comune e di identità d’approccio (circa 6 mesi nella fase di fattibilità e altri 4 mesi in attivo) che ha generato confronti accesi e ha portato ad un sistema identitario, determinando un senso di responsabilità e appartenenza. Al suo interno i valori condivisi sono:
    – la presa in cura della persona è centrale rispetto ai servizi: sono i servizi che devono adattarsi alla persona e non la persona che deve rincorrere i servizi;
    – la salute non è solo assenza di malattia, ma il concorso di tutti quei fattori chiamati “determinanti sociali di salute”, che riguardano tutti gli aspetti che incidono sulla vita di una persona;
    – il paradigma culturale della cura per il quale il sociale e il sanitario hanno uguale rilevanza.
    – la comunità è protagonista con tutte le sue componenti e contribuisce allo sviluppo di un welfare generativo.
  1. INGAGGIO – Non si progetta dall’esterno la “comunità” ma si intende dare valore al processo stesso. Per farlo è importante disegnare insieme il contesto entro il quale le persone agiscono, si informano, si relazionano. Assieme, quindi, ai ricercatori dell’Università di Torino e di Prospettive di ricerca socioeconomica, con un lavoro di confronto di professionalità e di esperienze, operatori dei diversi enti elaborano indicatori sull’impatto del capitale sociale; in aggiunta, con i ricercatori del Cergas– Università Bocconi, il progetto elabora percorsi di presa in carico personalizzati (PAI -piani assistenziali individuali), dedicati agli ultimi e alle loro necessità di salute, in accordo col servizio nazionale pubblico. In questo processo di ricerca -azione sono fondamentali i servizi che si interfacciano tra loro, con la comunità ed il territorio, in un sistema di ingaggio che mette in luce elementi e risorse per il lavoro integrato degli operatori dei diversi enti partecipanti: la cartella sociale condivisa, la nuova figura “agente di prossimità”, le equipé multidisciplinari e strumenti di prevenzione e promozione e alla salute.
  2. GOVERNANCE – Favorisce lo sviluppo delle interazioni a più livelli, dentro l’organizzazione, tra gli esponenti della rete, della comunità, e del territorio. Il modello sperimentale costruisce un’azione di cura su quattro ambiti integrati che rappresentano i 4 pilastri fondanti della struttura di prossimità, verso il modello casa della comunità. Questi pilastri non stanno in piedi senza le fondamenta: i servizi aperti sul territorio di Milano, la pubblica amministrazione, le diverse forme di associazionismo, gli enti locali e gli organismi di volontariato, e l’assemblea di comunità. In stretta connessione con il Comune di Milano e ATS Città Metropolitana di Milano e Asst di riferimento si intende superare la frammentazione tra gli attori coinvolti, attraverso la creazione di protocolli operativi, di reti multidisciplinari e, tramite il coinvolgimento delle comunità, corsi di formazione e azioni di promozione alla salute costruiti insieme sul territorio. Nel prevedere la pianificazione di un tipo di organizzazione tale, che sia promotrice del percorso di progettazione per una governance condivisa, nei primi sei mesi si evidenzia sia una lentezza di base, scandita da meccanicismi burocratici e da rallentamenti amministrativi, sia la volontà di procedere, nonostante le difficoltà e le lungaggini, per mettere insieme regole, procedure, visioni e obiettivi comuni al governo della comunità attiva.
  3. SOSTENIBILITÀ – In una ottica di sostenibilità ed investimento nel tempo, occorrono applicazioni di metriche qualitative e quantitative, che possano guidare l’azione ad una riflessione continua e potenzialmente migliorativa. La presa in cura della grave marginalità è paradigmatica per la lettura della complessità e la ricerca continua di risorse interne ed esterne per una comunità che attiva azioni di cittadinanza. La valenza di sostenibilità risiede nella compartecipazione tra il pubblico ed il terzo settore, ma anche tra la persona, la sua rete ed il suo territorio e ,quindi, l’analisi delle risorse presenti e del capitale sociale attivato. Costruire con la comunità per la comunità è una prospettiva sostenibile, generativa, che prende forma tra difficoltà, ma con al centro le persone.

In sintesi, il progetto Arcturus sperimenta l’accudire gli ultimi attraverso un processo innovativo che rimettere al centro la doppia semantica: sia quella del verbo spagnolo acudir/ recudir, ossia “rimettere una cosa al proprio posto” e sia quella del verbo latino recutere, ossia “respingere indietro, recuperare e dedicarsi con cura ad un lavoro, e dell’assistere, prestare le proprie cure a qualcuno” (def. Treccani).

Il senso della vocazione pubblica di occuparsi anche degli ultimi, in qualità di cittadini ed il dedicarsi al lavoro di cura per recuperare gli ultimi: una forma collaborativa tra pubblico e terzo settore in divenire.

Marzia Ravazzini
Research Project Manager 
Sperimentazione | Struttura di prossimità per la grave marginalità a Milano

marzia.ravazzini@casadellacarita.org

Vai alla barra degli strumenti