Prima la Comunità -

EMILIA ROMAGNA: La Casa della comunità di Reggio Est – Reggio Emilia

Il coinvolgimento della comunità come protagonista responsabile nella progettazione della Casa della comunità Reggio Est


La Casa della comunità “Reggio Est” è la prima Casa di comunità che sorgerà a Reggio Emilia in un quartiere di 15.000 abitanti ma intorno a cui gravitano in realtà diversi altri quartieri popolosi.

Il percorso partecipato per la progettazione di questa nuova realtà prende l’avvio dalla volontà condivisa da enti locali e azienda sanitaria di coinvolgere la comunità di questa zona fin dalle primissime fasi di progettazione urbanistica della struttura per portare già in sede di approvazione del PRU (Programma di riqualificazione urbana), una proposta condivisa a partire dai bisogni delle persone di quella specifica realtà e non dai servizi disponibili. Questo intervento costituisce, da una parte, un’opportunità di innovazione socio-sanitaria e del welfare, di coesione e cura delle persone, dall’altra di riqualificazione urbana. La Casa della comunità Est riunirà, in un unico edificio, funzioni pubbliche di primo piano sul territorio: sanitaria, socio-assistenziale e culturale. Le attività sanitarie saranno integrate con quelle sociali e quelle culturali grazie alla presenza della sede della Biblioteca, individuata come elemento culturale strategico per questo processo di cambiamento culturale e come elemento assolutamente innovativo.

Il presupposto è che la strada per l’uscita dalle criticità lasciate dal Covid passa per il rinnovo dei legami della comunità e questo percorso ha quindi lo scopo di creare nella comunità una casa, un punto di riferimento e un soggetto in grado di valorizzare le risorse e le competenze della comunità stessa a beneficio di tutti, ancora prima che lo spazio fisico sia costruito e utilizzabile. In questa direzione è stato avviato un dialogo di co-programmazione e di co-progettazione con l’obiettivo di delineare il nuovo modo di fare welfare, per realizzare un ‘investimento di sistema’ per rispondere a nuovi bisogni sempre più complessi che la popolazione esprime ma delle cui risposte può e deve essere protagonista.

La prima fase del percorso è stata realizzata invitando tutti i soggetti della comunità (istituzioni, associazioni, terzo settore, sindacati, parrocchie, mondo della scuola, circoli sociali e singoli, fino ai singoli cittadini) a una serie di incontri con la finalità prima di tutto di costruire un’idea di valore condiviso della Casa della comunità di Reggio Est, punto di partenza culturale imprescindibile senza il quale una progettazione comune non avrebbe una bussola né un orizzonte, diventando quindi poco efficace. La “comunità” l’ha definita come un luogo fisico e sociale che, attraverso l’accogliere, l’integrare, l’accompagnare e il valorizzare le diversità, implementando azioni di prevenzione, orientamento, risposte ai bisogni e accompagnamento, rappresenti un punto di riferimento per la comunità in una prospettiva di cura e di corresponsabilità che si fonda su relazioni tra i vari attori, favorendo il coinvolgimento dei cittadini, in una logica non prestazionale, ma di partecipazione attiva e contributiva.

Sono stati individuati alcuni principi guida in questa fase di co-progettazione come il principio di accoglienza, di abitabilità, di inclusione, di partecipazione, di appropriatezza e soprattutto di contribuzione ovvero principio che afferma che la Casa della comunità non è un luogo dove semplicemente “consumare” delle prestazioni, ma anzitutto un luogo dove ciascun cittadino e organizzazione possa vedere riconosciuti e valorizzati i propri saperi e competenze e li possa attivare mettendoli a disposizione di percorsi condivisi attraverso i servizi e le attività della Casa della comunità, nella consapevolezza che – al bisogno del cittadino – la risposta è unitaria e integrata al di là della fonte di provenienza della risorsa impiegata.

Inoltre, durante il percorso partecipativo sono stati realizzati anche momenti di confronto incentrati su proposte comunitarie rispetto a come progettare e “riempire” alcuni spazi della Casa della comunità, quali percorsi di fruizione dei vari servizi implementare e le prospettive di integrazione con gli altri spazi/strutture già presenti sul territorio, con l’intento di favorire i processi contributivi di partecipazione della comunità ma anche di responsabilizzazione della stessa.

Questa prima parte di percorso ha permesso di individuare alcune traiettorie su cui lavorare nel prossimo anno, a partire dai bisogni co-costruiti insieme ai soggetti della comunità: tra le varie emergono sicuramente la centralità del tema di un’accoglienza unitaria dove la Casa della comunità sia in grado di svolgere una funzione di agorà per il territorio e abbia quindi al proprio interno uno spazio che richiami una piazza nel quale e dal quale possano diramarsi i diversi percorsi di fruizione delle attività e dei servizi; e nella quale possano trovare spazio e visibilità le organizzazioni e associazioni territoriali operanti all’interno della struttura che desiderano contribuire al suo funzionamento e in particolare creare rete e connessioni con i servizi e gli spazi già abitati in quel territorio, in un ‘ottica di ottimizzazione delle ricche risorse già presenti.

Un’altra traiettoria di lavoro individuata riguarda la valorizzazione della presenza della Biblioteca come
come snodo nevralgico e contenitore attivo di azioni di welfare culturale che possano essere uno strumento di integrazione e connessione dei vari servizi presenti. Ma dal percorso partecipato sono emerse anche indicazioni molto concrete e pragmatiche, che saranno la base di partenza della seconda fase del percorso, come la chiara richiesta di mantenere tutti gli spazi, che nella struttura non vanno vincolati a specifiche funzionalità ed usi esclusivi, caratterizzati da una logica polifunzionale sia in termini di configurazione spaziale che di arredi che di possibilità di fruizione.

Da questi esiti condivisi partirà quindi la seconda fase del percorso partecipativo, che nel tempo ha visto la presenza di sempre più numerosi soggetti, e durante la quale la comunità sarà impegnata, insieme alle istituzioni, a progettare e definire nel concreto spazi e percorsi dentro alla futura Casa della comunità di Reggio Est.

Infine questo percorso ha permesso anche di evidenziare l’urgenza di individuare modalità di governance per la progettazione, programmazione, monitoraggio e valutazione delle attività presso e “intorno” alla Casa della comunità, che verranno implementate e messe a sistema nella seconda fase del percorso, e che hanno trovato una prima risposta nell’individuazione di un board della Casa della comunità come organismo formale e sostanziale di partecipazione alle decisioni da parte dei principali attori delle Case del territorio.

Riferimento Benedetta Riboldi

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